La mitica Venere o Afrodite dea della bellezza, nata come narra la
leggenda dalla spuma del mare, non era certo esente da alcuni difetti,
di solito invisi alle comuni mortali, ritenuti tuttavia "vezzi" di
ieratica mitica, imperfezione. Vediamo un po'... tanto per cominciare
aveva l'alluce più corto del melluce, secondo dito, non sappiamo con precisione
di quanto, ma se fosse stato di un po', poteva avere un'andatura almeno
incerta. In secondo luogo era strabica,
irrimediabilmente strabica, tanto che quando sembrò guardare
amorevolmente Anchise, in realtà stava facendo gli occhi dolci a Marte
dietro di lui, cosa che la portò a ben due unioni tumultuose ma fertili,
da cui nacquero nell'ordine Enea, padre del futuro capostipite di Roma e
il famosissimo sciupa femmine Eros. A quanto pare anche l'addome un
"po'" pronunciato, particolare che farebbe inorridire qualsiasi donna,
era un tratto caratteristico della sua bellezza. Nel lato 'b' appena
sopra le terga, era inoltre dotata di due incavi nella pelle per nulla
gradevoli esteticamente eppure incommensurabilmente sensuali su di lei. Si
mormora avesse in odio i parrucchieri, così i suoi lunghi capelli
risultavano ben di due colori: scuri all'attaccatura e biondi nel resto
della capigliatura..! Il dito medio di entrambe le mani era assai più
lungo del normale con un effetto destabilizzante e al contempo
strabiliante. E udite udite, il candido collo di cigno appariva solcato da
diverse, profonde rughe, passate romanticamente alla storia come "anelli
di Venere".
I difetti elencati sono all'incirca sette, in un calcolo
secondo alcuni, approssimativo. Dunque non c'è bellezza senza
imperfezioni, così - ci perdoni il Botticelli - con indubbia temerarietà abbiamo aggiunto i difetti elencati alla sua celebre Venere. Il risultato
evidente è che rimane comunque bella.