mercoledì 25 maggio 2022

Negli stornelli romani "fiore de canna"

 
 
Canna Indica
 
 
 

Il fiore di Canna o Canna d’India, Achira in botanica, appartiene alla famiglia delle cannacee e si suddivide in cinquanta varietà, tutte originarie del continente Americano. Nei paesi di origine le canne sono coltivate da millenni, sia come piante ornamentali, che come ortaggi, poiché il tozzo rizoma carnoso è commestibile, e viene utilizzato per ricavarne amido. La leggenda designa questa pianta come raffigurazione vegetale dell’asse del mondo simbolo di mediazione fra la dimensione terrena e quella divina, dato il suo innalzarsi al cielo. La flessuosità e adattabilità delle lunghe ramificazioni, rappresenta invece la capacità di resistere alle avversità. Anticamente il mitico re indiano Achal, ne fece dono in una ghirlanda, alla regale consorte Darika. La tradizione favolistica dell’episodio narra che la collana di fiori, per volere del dio Shiva, quando la regina rimase vedova e privata delle sue ricchezze dal figliastro del re erede al trono, divenisse completamente d’oro, permettendo alla donna, con il ricavato della vendita di un singolo, magico, fiore, di condurre un’esistenza dignitosa. Per concludere uno stornello romano del 1600 dall’invocazione floreale che caratterizza altri stornelli, modo di cantare detto “a storno” ossia facendo rimbalzare la voce da più parti, nato in quel periodo storico, così recita: <<Fiore de canna
si fussi fija de casa Colonna
nun saressi co' me tanto tiranna …>> 
 
Laura A. (per e da "la Cicala Parla" maggio/giugno 2021)