mercoledì 4 luglio 2018

Nudi e cotti, anzi scotti!

Proliferano trasmissioni televisive dove i protagonisti compaiano totalmente svestiti o ignudi. Sin qui nulla di nuovo poiché la  nudità intesa come spettacolo è un retaggio atavico, divenuto grazie agli odierni canali di divulgazione, di sicuro grande, impatto mediatico, pur non essendo  come già detto, una novità. Tuttavia il particolare esilarante, spesso grottesco di certi programmi dove gli unici due personaggi rigorosamente maschio e femmina , - metterne di sesso identico sarebbe una iattura- vengono secondo arditi palinsesti, lasciati nudi e...  direi "cotti" se non scotti data la calura  dei luoghi scelti, di solito isole sperdute e deserte a cavarsela  privi di abiti, cibo, farmaci, ma con una telecamera che  fedelmente li segue ovunque giorno e notte, fatto che lascia presupporre  la presenza sia pure discreta, di una  troupe! E qui come si suol dire, "casca l'asino".  Se lo scopo della trasmissione è quello di far provare ai telespettatori il brivido della sopravvivenza, attraverso le vicissitudini dei due malcapitati, che dovrebbero in teoria  con mezzi di fortuna sopravvivere, per quasi un mese in condizioni più che precarie, perché monitorarli con una telecamera? Le  riprese per lo spettacolo potrebbero essere auto prodotte, quindi? Chiaramente il tutto è artefatto, si assiste al solito "reality" nemmeno tanto ben congegnato, in cui malgrado l'enunciato, l'unica cosa "nuda e cruda" restano le terga e le e tette al vento degli attori. Gli esseri umani si sa, sono curiosi  e certi programmi fanno leva proprio su tale caratteristica per raggiungere   il successo. Personalmente in una notte insonne facendo zapping, mi sono imbattuta nella trasmissione, alla quale rendo senza dubbio il merito di funzionare meglio di un sonnifero.

Laura Antonelli 
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