venerdì 23 novembre 2018

Comete agli albori della vita


Esercitano sull’umanità un fascino millenario,  della prima avvistata troviamo testimonianze storiche che risalgono al 240. a.C. in Cina. Una delle più famose comete, quella di Halley, di passaggio alle latitudini Terrestri ogni 76 anni, scrutata nel 1986 a meno di 600 km di distanza, dalla  sonda dell’ESA detta Giotto quasi distrutta dall’incontro ravvicinato con il corpo celeste, che riuscì a scattarne per la prima volta nella storia, una suggestiva fotografia del nucleo. Halley ha un diametro di qualche chilometro, composta di roccia, carbonati e ghiaccio, come tutte le comete fa parte dei resti primitivi del sistema Solare vaganti nello Spazio da miliardi di anni. La comunità scientifica ipotizza che le comete come gli asteroidi siano apportatrici di quei composti chimici, fra cui molecole organiche e acqua, che hanno generato la vita sulla Terra. Halley tornerà a farci visita nel 2061. Altri componenti fondamentali per l’origine della vita  sul nostro pianeta sono stati rilevati dalla sonda ESA Rosetta sulla cometa 67P Churymov - Gesarimenko, costituenti come l'aminoacido chiamato Glicina, riscontrato anche sulla cometa Wild2 nel 2015. Essendo la Glicina una sostanza capace di formarsi anche in assenza di acqua liquida unitamente al fatto che la si può osservare fra polvere e molecole precursori fa pensare che possa essersi originata in frammenti ghiacciati di polvere interstellare. Ogni anno cadono sul pianeta Terra in una sitima approssimativa, 39.000 tonnellate di materiale extraterrestre, di cui la metà  in resti fossili composti da comete di esigue dimensioni rese tali, dalla capacità della nostra atmosfera di proteggere il pianeta dagli effetti di oggetti che potrebbero devastarlo.
La "Stella di Betlemme" o  della natività che guidò i Re Magi verso Betlemme, dopo anni di dibattiti riguardo alla sua natura, sembra possa essere stata proprio la cometa di Halley, stando a un'ipotesi del dottore della Chiesa Giovanni Damasceno.   Tuttavia fu una celebre opera di Giotto che la pose "Nell'Adorazione dei Magi" affresco della Cappella degli Scrovegni a Padova, dove viene raffigurata dal pittore seguendo il testo evangelico  di Matteo secondo il quale  nella Natività era inserita nel cielo una stella.

Laura Antonelli C.



CALENDARIO DELL’AVVENTO? TUTTO SULLE SUE ORIGINI



COMETE AGLI ALBORI DELLA VITA

sabato 17 novembre 2018

Notte frase


Dolce, chiara notte, che culli gli uomini, porti loro il sonno, 
una tregua stellata prima del nuovo giorno. 

Laura A.

sabato 3 novembre 2018

I sette cibi di Afrodite: verità e mito sui cibi afrodisiaci

Afrodite, da cui il nome "afrodisiaco" o Venere per gli antichi Romani, era  la dea dell'amore e i cibi, sette per esattezza, cui si attribuivano proprietà afrodisiache, in grado quindi di risvegliare il desiderio sessuale, erano consumati in suo onore. Primi fra tutti i frutti di mare, le ostriche in particolare, dal potere prodigioso, seguite dal tartufo che secondo  antichi miti greci erano un "dono degli dei" connubio di acqua e terra dai poteri prodigiosi. Seguiti dal miele ancora oggi ritenuto capace di donare e prolungare il vigore negli incontri amorosi. Poi mandorle, noci,  peperoncino e fichi, il tutto accompagnato da buon vino rosso. La scienza moderna conferma o smentisce le proprietà di tali alimenti tramandate sino a noi? Secondo il professor Paolo Russo biologo nutrizionista, il peperoncino poiché migliora la circolazione sanguigna e potenzia il desiderio sessuale rientra a pieno titolo nei cibi afrodisiaci, come anche miele e avena che aiutano la produzione di testosterone e ostriche, frutti di mare, ricchi di zinco che riduce ansia e stress.