Consultando il calendario venatorio 2015-16 della regione Lazio, si evince che la stagione venatoria, sarebbe dovuta iniziare, nella data del 20 settembre. Tuttavia ricorrendo a degli espedienti come l'allenamento dei cani senza -possibilità di sparo- dal 30 agosto al 17 settembre, oppure nelle zps, o zone protezione speciale?! dal 2 settembre... Sta di fatto che questa mattina, almeno per chi abita nelle zone periferiche della città, quindi a contatto con il verde, sembrava scoppiata la terza guerra mondiale!
Colpi d'arma da fuoco, ovunque detonazioni selvagge, uccelli terrorizzati, disorientati e ammutoliti nel migliore dei casi. Ogni anno tristemente, nella medesima data, mi chiedo come possa una società definita evoluta, permettere ancora uno scempio del genere. Una barbarie gratuita, operata e perpetrata da un pugno di impotenti, scellerati, armati di doppietta. Piccoli uomini con grandi fucili. Individui che sfogano le frustrazioni massacrando gli indifesi, "persone" dalle quali si dovrebbe stare sempre ben lontani.
Eppure, parlando con gli altri in generale della caccia, nessuno si professa mai cacciatore. La sensazione è che come fantasmi si nascondano, restando invisibili, mimetizzati e camuffati da persone civili tutto l'anno, fino alla fatidica data del 2 settembre, quando finalmente con assetto seriale escono allo scoperto, per accoppare qualsiasi cosa si muova sul loro cammino. Accoppandosi provvidenzialmente l'un l'altro, in mancanza di meglio.
Ridicola poi, è la pretesa, presunta, distinzione di una specie dall'altra, riconoscendola dal basso verso l'alto. Allora vediamo ad esempio come potrebbe andare un simile particolare nel giorno adibito all'uccisione di tortore e quaglie:
<<... No, a quella non sparo >> con la r moscia, << perché non è una Tortora e nemmeno una Quaglia. A te Ignazio cosa sembra?>> Ignazio che nel frattempo ha perso gli occhiali e impreca perché non riesce più a trovarli, da uno sguardo appannato al cielo e decreta: << Non vedi che tanto sono tutti uccelli? Spara, spara..! >>. PUM PUM!
Insomma, triste e ingiusta vicenda questa della caccia. Se alcuni si sentono in diritto di praticarla come "sport", in nome di una pretesa libertà d'azione e di intenti, altri, sempre per il medesimo motivo, si sentirebbero altrettanto liberi di non dover subire ad ogni stagione, quel silenzio di morte che aleggia nelle campagne, nei boschi, dove al melodioso canto degli uccelli si sostituisce quello angosciante delle armi da fuoco, sotto a un sole che quando c'è, appare velato di malinconia. In una natura meravigliosa, abusata dall'unico animale che abbia mai ucciso per divertimento: l'uomo.
Oltre a quanto espresso sopra, un pensiero particolare e una pacca consolatoria sulle spalle, va a tutti quanti nutrono, proteggono, allevano uccelli, lasciandoli però liberi in natura. Brava gente, che nelle giornate fatali soffre terribilmente e lancia maledizioni, come me.
Laura A.
Nessun commento:
Posta un commento