Parte la
nuovissima campagna di sensibilzzazione “Adotta una suocera adotta”. Beh,
potrebbe essere un’idea... Esistono vari tipi di suocera, anche se non si
direbbe, poiché la caratteristica dominante e univoca del genere “matrem socrus in
nurum suam è” la fenditura di didimi
continua e perdurata, operata di solito ai danni sovente neurologici della
nuora, o più raramente del genero. Categorie queste appena citate,
coinvolte direttamente nell’adozione involontaria, subita, del suddetto riottoso
personaggio. La quotidianità pullula di storie fosche a riguardo che
rocambolesche si consumano tra perfidie, incomprensioni e colpi bassi, sino
all’inevitabile tracollo. Vediamo un po’... Altra definizione di suocera?
Potrebbe essere :” Suocera: SF. Serpente V. Serpentes squamata, presente per
grande capacità di adattamento in ogni zona del pianeta.”. Di nuora invece? Andrebbe
bene “Nuora: SF. Aguis fimo; V. Serpente di fratta, pure comune in ogni zona
del pianeta”. E Genero?: SM. V. biscione nostrano. Insomma, a parte gli scherzi, viene da considerare
che con ogni probabilità il biblico rettile tentatore del Paradiso Terrestre,
altri non era che il già noto Serpentes Squamata o comunque il suo tirapiedi.
Altrimenti che interesse avrebbe avuto nel confondere la povera Eva sino a
stordirla per farle commettere l’errore fatale che l’avrebbe portata a una ben
misera fine insieme allo sventurato compagno? Tutte o quasi, prima o
poi diventano suocera, il punto è ricordaselo! Purtroppo sembra che spesso tale condizione comporti notevoli ammanchi di memoria, sia a lungo che a breve termine, dati i quali si
procede a nuocere in perfetta letizia d’animo, da ficcanaso beato, incosciente e
indisturbato. Questo fatto curioso, oggetto di un accurato studio scientifico
della University of Massachusetts "Study of lost causes", sembrerebbe giustificare determinati atteggiamenti
ambigui, caratterizzati il più delle volte da completa mancanza di obiettività,
autocritica e onestà d’intenti, il tutto enfatizzato da un mistico rigurgito di
amore materno. Il disturbo, definito grossolanamente “gelosia” può essere curato con un’adozione.
E qui arriva il punto. “Adotta una suocera adotta” vuole mettere gli aspiranti nuore e
generi, di fronte alla possibilità di sperimentare dolcemente e in anticipo
tramite un prototipo automatizzato gratuito, del tutto simile
all’originale, la condizione di convivenza periodica forzata, stabilendo
attraverso una sorta di adozione psichica contatti fondamentali,
basati sull’acquisizone piena dell’annoso concetto di -rispetto reciproco-,
indispensabili alla riuscita del non sempre comune progetto “matrimonio stabile”.
o “unione di fatto duratura” che dir si voglia. Un’utopoia? Forse ma... intanto
tu, Adotta una suocera! Adotta.
Laura A.
Nessun commento:
Posta un commento