Dopo la morte del suo Alberto, nel 1861, la regina Vittoria stabilì le regole del lutto. All'epoca le manifestazioni esteriori erano un punto fondamentale: il cordoglio veniva rappresentato a vari livelli, dall'uso di carta da lettere listata di nero e gioielli neri di giaietto, ai complicati allestimenti funerari e ai periodi di esilio autoimposto dalla mondanità.
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La regina Vittoria |
Per la morte del marito il periodo di lutto variava dai due ai tre anni. In caso a morire fosse la moglie il lutto era di tre mesi.
Si proseguiva con genitori e figli - un anno.
Fratelli e sorelle - sei mesi.
Nonni - sei mesi.
Zii e Zie - tre mesi.
Nipoti maschi o femmine - due mesi.
Prozii e prozie - sei settimane.
Cugini di primo grado - sei settimane.
I singoli periodi di lutto sopra elencati erano a loro volta suddivisi in primo lutto, secondo lutto, lutto ordinario e mezzo lutto. Per tradizione il primo lutto era il più profondo e durava un anno e un giorno. Ciascuno di questi periodi aveva un suo codice ingegnoso, sino alla tonalità del nero, al tipo di stoffa indossata, alla larghezza del nastro del cappello. I bambini più grandi dovevano mostrare il lutto accanto ai genitori, ma spesso i più piccoli erano esentati dal vestirsi a lutto. il lutto della servitù era considerato consono dopo la morte di un membro anziano del personale di casa; quando veniva imposto durava almeno sei mesi. Poiché non faceva mai le cose a metà Vittoria indossò abiti di lutto per quarant'anni, fino alla morte.
Laura A. Blog
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