martedì 26 dicembre 2023

Vicende a Roma antica: Beatrice Cenci

Era un settembre del 1599 quando a Roma, in piazza Castel Sant'Angelo venivano giustiziati Beatrice Cenci, la sua matrigna Lucrezia Petroni ed il fratello Giacomo per l'omicidio del padre, il conte Francesco Cenci. La storia di Beatrice Cenci ha appassionato e diviso per secoli l'opinione pubblica. Una giovane innocente vittima di un padre violento, che l’avrebbe anche abusata o la fredda assassina dipinta dall'avvocato dell’accusa Pompeo Molella durante il suo processo? Qualunque sia stata la verità, il giorno della sua esecuzione piazza Castel sant'Angelo era gremita e tra la folla accalcata, al punto che secondo le cronache dell’epoca alcuni scivolarono nel Tevere, erano presenti anche Caravaggio e Gentileschi. Beatrice e la matrigna Lucrezia furono decapitate. Il giovanissimo fratello Giacomo venne giustiziato per ultimo in modo atroce. La profonda disapprovazione popolare nei confronti della sentenza di morte, ratificata da papa Clemente VIII e ritenuta ingiusta si tradusse, nel tentativo di cambiare la sorte dei condannati, in risse e tumulti sedati a stento. Diviene così leggenda la tragica vicenda come la bellezza della giovane Beatrice, che ha affascinato e ispirato pittori e poeti di ogni epoca e che ancora continua a far parlare di sé. 

(Laura A. Copyright - Articolo pubblicato sul gornale La Cicala Parla via Boccea Roma-)

Racconto di tecnologia ricreativa: Quando si impalla il navigatore

Alzi la mano chi non ha mai utilizzato il navigatore o il servizio di mappatura per raggiungere qualche luogo. Tutto bene, la tecnologia è in grado di risolvere problemi di orientamento ma talora si inceppa o è troppo “umana”, sino a risultare petulante ... Per chi non ha senso d’orientamento e non solo, il navigatore come l’app Maps è una sorta di manna dal cielo. Quanti fino a un decennio fa si perdevano anche dentro la propria abitazione, sono oggi entusiasti di poter disporre a piene mani di un simile tesoro tecnologico, di solito utilizzato tramite il telefono cellulare. Uso molto semplice, intuitivo, quasi elementare. Dopo aver impostato i dati di navigazione tutto parte normalmente, compare la rassicurante schermata della via da seguire, indicata da una squillante voce femminile o da una suadente tonalità maschile. Un probabile incubo fatto di stradine, sensi unici, uscite sbagliate in strade statali, si trasforma così in una gradevole passeggiata, e l’ansia da disorientamento topografico svanisce, fin quando sul cellulare si verifica un blocco, un arresto anomalo, e la via da seguire non è più indicata dalla piccola, rassicurante freccia… mentre la voce guida, per l’occasione vagamente metallica continua a ripetere :<< Tieni la destra e fra 100 metri gira sul via del Fosso >> roba che in via Del Fosso ci si è già passati un momento prima, fatto in grado di causare sudori freddi al malcapitato, che sovente si ferma al lato della via boccheggiante e procede all’aggiornamento del dispositivo di navigazione, liberando anche lo spazio di archiviazione del proprio telefono. Dopo armeggiamenti vari, finalmente la via da seguire completa di simbolo riappare ed è in movimento. Perfetto! Si riparte. Seguendo scrupolosamente le indicazioni, viene ripetuto il giro fino a raggiungere la suddetta via del Fosso, quella che si prende girando a destra, per sentirsi dire dopo che la si è percorsa quasi per intero “E ora tieni la destra e fra 100 metri gira su via Del Fosso...>> :<< Ma che caspita! CI SONO GIA PASSATO SUL VIA DEL FOSSO! >> In effetti si sta transitando su una strada senza uscita, via del Casale. :” Ora sei su via del Fosso, percorrila per 200 metri tenendo leggermente la sinistra…” afferma gaudente l’insopportabile voce, poi tutto si blocca e compare una piccola scritta in rosso “Non usare il telefono mentre sei alla guida” :<< Faccio il comodo che mi pare!>> sbotta il tapino irritato e cosciente di essersi perso, ormai in balia del proprio inesistente senso di orientamento. Dopo aver accostato a destra, un’ultima occhiata al cellulare, prima di spegnerlo un nuovo tentativo di riattivare il tutto controllando se si ha la versione aggiornata di Maps, per passare allo svuotamento della cache e ancora una volta ricompare la via da seguire completa di freccia. Gaudio! Si riparte da via del Casale, quindi vengono impostati i dati, ma la voce guida dov’è finita? Ah eccola! :<< Ora sei su via del Fosso, percorrila per 200 metri..!>> 
 
Laura Antonelli - Copyright-

lunedì 20 marzo 2023

QUEL MAZZOLIN DI ASPARAGI

 

L'arte di andar per asparagi

Si potrebbe a ragione, introdurre nelle sane pratiche in vista della buona stagione “l’arte di andar per asparagi” selvatici, senza incappare in errori vari, non ultimi quelli di raccolta.

 

Marzo è arrivato e con lui la primavera, accompagnata da voli, cinguettii, fioriture e gli immancabili raccoglitori di asparagi selvatici. :<<L'asparago non si estirpa, va tagliato alla base del gambo, altrimenti l'anno prossimo in quel punto non ne nasceranno altri>> dice un esperto, subito contraddetto da un altro :<< Sì, come no? Se lo tagli invece di tirarlo su con la radice, allora davvero lì non ci nasce  più nemmeno l’erba!!!<<  Insomma, ognuno ha le sue idee in merito alla raccolta degli asparagi selvatici, ma di sicuro in effetti non c'è nulla, perché di intenditori veri e propri non ce ne sono molti. In primavera si vedono sbucare dagli anfratti su via Boccea uomini talora donne, di tutte le età, con mazzolini più o meno fronzuti del prelibato ortaggio. Un paio di consigli però agli impavidi della raccolta: prima di tutto bisogna imparare a non farsi correre dietro dai cani da pastore e quindi evitare le aree dove ci sono le pecore al pascolo. Secondo e non meno importante, meglio indossare gli stivali per possibili serpenti e guanti per l'ortica, anch'essa buona da mangiare, se trattata nel modo giusto. Si potrebbe infine stilare una lista o un vademecum per raccoglitori alle prime armi e consigliare loro di evitare le proprietà private..!  L'asparagus officinalis si può trovare dalla primavera all'estate inoltrata e per raccoglierlo al meglio ci sono due tecniche. La prima prevede di reciderlo quando ancora è tenero, a circa 20 cm dalla punta. Ciò può avvenire se l'asparago è abbastanza lungo, staccandolo nella parte non legnosa. Così facendo, la parte che rimane del fusto spiga ed emette nuovi getti laterali.

Laura Antonelli [Articolo pubblicato sul giornale La Cicala Parla -  marzo aprile 2023] 

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