giovedì 17 novembre 2016

Nefertiti “la bella che è arrivata”...


Nefertiti " La bella che è arrivata"

Il fascino dell’antica civiltà egizia ancora oggi ci coinvolge, intenso come il profumo delle spezie di questa antica terra, potente come la forza che ne caratterizzò la storia e  magico quanto il suo mistero. Di tutte le grandi regine egiziane  di cui abbiamo conosciuto la vita, Nefertiti è quella che più di ogni altra ha colpito l’immaginario collettivo. Un volto dall’espressione dolce giunto dai millenni, immortalato nella sua singolare bellezza dalla sapienza di un artigiano, capace  a quanto pare, di intrappolare un’anima in una guaina di stucco. Come non immaginare lo stupore del suo scopritore Ludwig Borchardt  quando il 6 dicembre 1912 effettuando degli scavi a Tell- el Amarna nell’edificio (P47,2) laboratorio del capo scultore Thutmose, vide per la prima volta affiorare dal tempo, la fragile sagoma della regina, il suo volto sereno e gentile, risplendere di nuovo sotto ai raggi del sole, ancora palpitante di vita. Sicuro che ebbe un tuffo al cuore vedendola. Quale segreta magia aveva  mai usato lo scultore Thutmose per cogliere l’essenza di un essere e donarle l’eternità? Vogliamo credere che l’incantesimo fosse l’amore, che con ogni probabilità Thutmose provava nei confronti della regale consorte di Akhenaton (XVIII dinastia), forse un sentimento inespresso che ha saputo imprimere alle sue mani il tocco, che avrebbe reso la sua “bella che è arrivata” viva per sempre.
                                                                                                                            Laura Antonelli
                                                                                      




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