Nefertiti " La bella che è arrivata" |
Il
fascino dell’antica civiltà egizia ancora oggi ci coinvolge, intenso come il
profumo delle spezie di questa antica terra, potente come la forza che ne
caratterizzò la storia e magico quanto
il suo mistero. Di tutte le grandi regine egiziane di cui abbiamo conosciuto la vita, Nefertiti è
quella che più di ogni altra ha colpito l’immaginario collettivo. Un volto dall’espressione
dolce giunto dai millenni, immortalato nella sua singolare bellezza dalla
sapienza di un artigiano, capace a
quanto pare, di intrappolare un’anima in una guaina di stucco. Come non
immaginare lo stupore del suo scopritore Ludwig Borchardt quando il 6 dicembre 1912 effettuando degli
scavi a Tell- el Amarna nell’edificio (P47,2) laboratorio del capo scultore Thutmose, vide per la
prima volta affiorare dal tempo, la fragile sagoma della regina, il suo volto
sereno e gentile, risplendere di nuovo sotto ai raggi del sole, ancora
palpitante di vita. Sicuro che ebbe un tuffo al cuore vedendola. Quale segreta
magia aveva mai usato lo scultore
Thutmose per cogliere l’essenza di un essere e donarle l’eternità? Vogliamo
credere che l’incantesimo fosse l’amore, che con ogni probabilità Thutmose
provava nei confronti della regale consorte di Akhenaton
(XVIII
dinastia), forse un
sentimento inespresso che ha saputo imprimere alle sue mani il tocco, che
avrebbe reso la sua “bella che è arrivata” viva per sempre.
Laura Antonelli
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