Dal legionario Aulo Mario Celso a Giovanni dalle Bande Nere, un excursus storico-archelogico nel nostro territorio, retaggio inestimabile di cultura, storia e tradizione. Qualcosa che ci riallaccia alle origini e alla magnificenza di un 'tempo che fu', quando Romolus fondatore di Roma conquistò i sette villaggi, sino ai luoghi ove sostò Giovanni dalle Bande Nere...
A Roma, seguito e molto apprezzato l'evento di zona, che ha avuto luogo nel fondo Cascina di Sotto in via Boccea. Un pomeriggio fantastico in cui la routine si è interrotta per dar spazio ad altre magiche dimensioni temporali, in un suggestivo scorcio della Roma antica, nella sua quotidianità, tra pietanze d'epoca, miliziani, tessitrici, matrone, e, in uno scavo non lontano emersa dal verde, la via Cornelia, intatta nell'antico splendore di levigati basalti. In seguito alla gradita iniziativa, molti hanno mostrato rinnovato interesse per i siti archeologici celati nel territorio periferico di via Boccea. Nel luogo, tornato per un giorno palcoscenico di antichi fasti, si suppone possa essere celata nella terra la Basilica di Santa Rufina e Seconda, ubicata secondo studi cartografici del Settecento, tra l'antico asse viario della via Cornelia (ora via Boccea) e il territorio adiacente il fondo sopra citato, dove sono stati in effetti rinvenuti numerosi reperti archeologici tra cui la via Cornelia eun importante cippo funerario.
STORIA E LEGGENDA si mescolano, ascoltando racconti tramendati di generazione in generazione, secondo cui nel luogo della Basilica, custodita tra molto altro, si troverebbe la testa di Santa Rufina, martire insieme alla sorella Seconda ai tempi di Valeriano e Galeno nel 260 ca, che costudirebbe al suo interno l'oro dell'altare di San Pietro. Nell'area la tomba del legionario Aulo Mario Celso "legatus" in Pannonia sotto l'impero di Nerone, al comando della Legione XV Apollinaris, del quale trovò parte del Tumulo l'archeologo Raffaele Fabretti (1618+1700) che molto si dedicò agli scavi nell'Agro Romano.
EUFROSIO DELLA VOLPAIA le cui carte descrivono la campagna romana al tempo del pontefice Paolo III 1547, del Castasto Alessandrino del 1660 seguendo le cui indicazioni era possibile raggiungere l'acquedotto dell'acqua Alisietina, chiamata anche acqua Augusta (costruito nel 2 a.C.) per volere di Augusto, settimo acquedotto di Roma che da Martignano giunge a Trastevere, realizzato inizialmente per spettacoli di naumachia, combattimenti navali su bacino artificiale, nella zona di Trastevere. ll percorso, interamente sotterraneo era lungo 22,172 miglia romane, quasi 33 km, di cui si conosce solo il tratto iniziale di circa 200 metri, corrispondente al cunicolo, ricavato direttamente nella roccia di tufo, da cui l'acquedotto riceveva l'acqua del lago di Martignano. Con ogni probabilità seguiva il percorso della via Cassia e della via Trionfale fino nei pressi della località oggi chiamata Osteria Nuova. Poco più avanti, presso di Santa Maria di Galeria, piegava a sud verso le zone di San Nicola e Porcareccia, quindi dopo la località Maglianella attraversava quella che è oggi l'area di Villa Doria Pamphilj ed entrava in Roma in prossimità dell'attuale Porta San Pancrazio.
Giovanni dalle Bande Nere |
Antica via Cornelia ora via Boccea |
Presenti nelle campagne intorno a via Boccea, resti di ponti del tardo Impero Romano del 300.d.C. e anche un cippo funerario pagano con la scritta in parte cancellata dal tempo "Rufina e Seconda". La Basilica la cui pianta era già stata individuata dagli inglesi, in un periodo antecedente al II conflitto Mondiale, sarebbe posta tra i Casali di santa Rufina e l'antica via Cornelia che a tratti li attraversa, passando anche da Porcareccina,
valle Santa e via della Storta.
Autrice Laura Antonelli [Copyright] - articolo pubblicato nel 2020, sul giornale di via Boccea "La Cicala Parla" almanacco. http://www.lacicalaparla.altervista.org/
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