mercoledì 28 febbraio 2018

QUALI EFFETTI HANNO LE FREQUNZE SULLA NOSTRA MENTE?

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Radio, TV, telefonini, GPS e altri dispositivi, il nostro cervello è letteralmente bombardato ogni giorno da impulsi diversi e molto potenti. Siamo in presenza di un inquinamento elettromagnetico che ha, come dimostrato da molti studi,effetto sulla struttura cerebrale. Sia la televisione che il computer, sono in grado, stando alle ricerche effettuate all' università della California Berkeley, quando si è loro esposti per tempi lunghi, non intervallati da pause, di causare stanchezza, stress, secchezza delle pelle, delle fauci e degli occhi, confusione ed emicrania.
Il computer ad esempio, cui molti sono esposti ore per motivi di lavoro, genera un campo magnetico con ioni positivi, particelle cariche che agiscono sulle molecole, che non hanno un buon effetto sulla salute causando stati depressivi, al contrario degli ioni negativi che riescono a generare uno stato di benessere. La tecnologia porta insonnia, attraverso la luce blu di tablet, smartphone e computer che disorienta il ritmo biologico, prevalendo sulla luce naturale su cui i nostri ritmi circadiani sono regolati. Inoltre, fatto terribile, tutti i dispositivi sopra elencati creano dipendenza... Intaccando le capacità cognitive, favorendo la superficialità del pensiero a scapito della profondità tipica della mente umana, c'è il rischio concreto di diventare ottusi. Per evitare che tutto ciò avvenga, gli esperti raccomandano di scrivere a mano il più possibile senza avvalersi degli abituali dispositivi, stare meno tempo al telefono cellulare, lasciarlo a casa qualche volta, come il GPS, mentalmente liberi di agire secondo intuito, riscoprendo ogni giorno il piacere di guardarsi intorno, senza essere schiavi di squilli, spie, o voci di sintesi.
Laura Antonelli Copyright


Buon compleanno! (da Dracula, per degli auguri da brivido...)

venerdì 23 febbraio 2018

BUGIARDI E SODDISFATTI

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Hanno memoria eccezionale, grande fantasia e dire la verità è per loro praticamente impossibile. Parliamo ovviamente dei bugiardi doc, individui che considerano la verità un evento pernicioso, un fenomeno da scongiurare. L'abitudine al mentire è così consolidata da sfuggire alla parte cosciente della mente, per costruire universi paralleli di fantasie e cumuli di menzogne, che immancabilmente approdano devastanti, nella vita altrui. A complicare il tutto c'è il fatto che Il bugiardo compunsilvo non mente mai per raggiungere un fine specifico, lo fa solo per passione... Similmente al pittore che dipinge, crea la sua opera d'arte, il capolavoro, usando tutti i colori dell'arcobaleno pennellando le frottole di nobile verità, talmente confuso da confonderle con la realtà. Mentire è fonte di benessere e farlo su qualsiasi cosa è una delizia, particolare che lo differenzia dal bugiardo patologico che invece mente per manipolare gli altri. Maschio o femmina che sia non fa differenza, poiché conviverci è comunque impossibile. Il più delle volte inconsapevoli del loro potenziale distruttivo, vivono sereni narcisisticamente soddisfatti dei propri strafalcioni, mai responsabili di quanto affermato. Individuarli però è possibile, perché esiste un'incongruenza fra la comunicazione verbale e gestuale e quando si sta camuffando la realtà, sfuggono anche ai "migliori" dei gesti rivelatori, come porre la mano davanti alla bocca, toccarsi il viso o il collo in modo insistente, sfiorare il mento. Il corpo in questo modo rivela la menzogna. Insomma, dal celebre Pinocchio e molto prima, con personaggi del calibro di Cagliostro che ne fece un modus vivendi, al vero barone di Münchhausen noto per i suoi racconti inverosimili, cui si ispirò Rudolf Erich Raspe per scrivere l'omonimo romanzo, a Stalin che sempre negò e occultò la verità, le fila dei bugiardi non hanno fatto altro che ingrossarsi, per giungere in un esercito vittorioso sino a noi.
Laura Antonelli - Copyright

mercoledì 21 febbraio 2018

IL PIU' ANTICO CANTO D'EGITTO

Colossi di Memnone -  Egitto

“All'alba un canto ancestrale, magico, si levava nell'aria,  ancora pregna delle fragranze notturne e degli echi delle acque del Nilo. Nei bassi fondali stavano placidi Ibis, confusi in un guizzar di rane e pesci fra i papiri. Il sole, di un rosso vivo, si stagliava nel cielo velato appena, solcato dal volo chiassoso delle oche selvatiche. Più lontano due enormi statue a guardia di un tempio, fatto edificare dal faraone Amenhotep III . I colossi detti di Memnone ad immagine e somiglianza del sovrano, guardavano verso il levar del sole, assisi, immoti, testimoni dello scorrere dei secoli. Uno di loro pur distrutto da un terremoto emetteva un canto con ciò che restava del suo corpo, richiamando con la trascendente melodia, i popoli d’intorno: Romani, Greci, che incantati da tale prodigio si rivolgevano a lui come a un oracolo...”
Questa è l’affascinante storia dei colossi di Memnone edificati 3400 anni fa nella necropoli di Tebe sulla riva occidentale del Nilo, di fronte all’odierna Luxor. Un terremoto fu causa nel 27 a.C. della distruzione di uno dei due, rimasto parzialmente intatto solo nella parte inferiore, fatto che  generò il singolare fenomeno del “canto” dovuto a una serie di fattori concomitanti, come  crepe, infiltrazione del vento e umidità notturna. Dopo il suo restauro voluto dall’imperatore Settimio Severo nel 199 d.C. il canto cessò. A noi resta comunque la loro suggestiva leggenda.
Laura Antonelli - Copyright -


venerdì 16 febbraio 2018

martedì 13 febbraio 2018

SAN VALENTINO FESTA DEGLI INNAMORATI: QUANTI MODI PER DIRE "TI AMO"?


Come esseri umani, abbiamo bisogno di sentirci amati e accettati, tuttavia una sola volta l'anno, per San Valentino, non è sufficiente. Non basta dire "ti amo" e non agire di conseguenza. Bisogna fare entrambe le cose.
Alcuni dei più bei gesti d'amore non costano nulla e richiedono soltanto pochi minuti, quindi perché limitare le manifestazioni d'affetto a un solo giorno l'anno? Si donano fiori, dolci, oggetti più o meno preziosi, ma in realtà sono più importanti parole e fatti il cui messaggio sia "Tu rendi più bella la mia vita".
Una donna racconta spesso di un episodio degli anni della giovinezza ai tempi dell'università, il giorno che doveva dare un esame della massima importanza e stava ripassando un'ultima volta la materia, quando alzati gli occhi dal libro vide il suo compagno Matteo, chino nel giardino del cortile e si chiese che cosa stesse facendo. Poi lui tornò in casa e le diede un mazzolino di quadrifogli accompagnato da queste parole: << Spero che oggi ti vada tutto bene>>. Ad alcuni sembrerà una sciocchezza dice la donna, ma per lei ha significato invece sapere che Matteo le era sempre vicino, galvanizzandola.
In effetti, sovente le espressioni d'amore che si apprezzano di più sono proprio le piccole cose quotidiane. Concedersi intermezzi romantici, farsi delle sorprese, programmare una giornata di dolce far niente, sfiorarsi, ascoltare l'altro, rivivere il passato e parlarsi, poiché "stare insieme" non significa essere in grado di leggere il pensiero e non comunicare in modo corretto crea malintesi. In un rapporto di coppia, a detta di coppie ventennali e oltre, ciò che più conta è l'amicizia che arriva prima del sesso e della sicurezza economica... Per il grande psicologo C.G. Jung l'amore è un concetto estensibile che va dal cielo all'inferno, riunendo in sé il bene e il male, il sublime e l'infinito.
Per noi invece cos'è? Vale la pena di chiederselo e magari di riscoprire un sentimento, un mondo di tenerezza, che vada ben oltre le convenzioni di una festa. 

(Laura Antonelli)

domenica 11 febbraio 2018

IO CREO, TU COPI, EGLI IGNORA (Io creo, tu copi, egli...incolla!)


Io creo, tu copi, egli incolla...
E' un tema sempre attuale, quello che vede qualcuno sfruttare a proprio vantaggio e vanto, l'opera creata da un altro.
Se negli anni il Web è stato terreno di caccia per piccoli, medi e grandi plagiatori, andando a ritroso nel tempo, troviamo esempi illustri come quello di Meucci inventore del telefono, defraudato della sua invenzione da Bell.
"Plagiarius" dal termine latino, a indicare chi sottraeva servi e bestiame ad altri, il plagio è un problema che ha afflitto anche il poeta Marziale il quale coniò la definizione "ladro di libri", in riferimento ad alcuni colleghi che recitavano versi suoi, spacciandoli per propri. Copiare un buon progetto e poi svilupparlo però, non è affatto pratica semplice. Che si tratti di scienza, pittura, musica, tecnologia, letteratura, esiste il limite della mancanza di originalità, dell'impossibilità del plagiatore di avere una mente feconda se non nel senso dell'imbroglio. Ad esempio, molti negli anni hanno realizzato copie più o meno fedeli della Gioconda, ma nessuno è riuscito mai ad attribuirsi il genio di Leonardo...
Il trinomio "io creo, tu copi, egli ignora" è molto comune e coinvolge praticamente tutti i creativi, sia nel Web che nei luoghi di lavoro o di ricerca, dove pure prosperano copiatori seriali. Avviene così una sostanziale spaccatura e ovvia differenziazione tra chi con entusiasmo, in grado di concepire tematiche innovative le divulga senza timori, conscio di aver molto altro cui attingere e chi le copia, con risultati scadenti, scontentando di solito il terzo concetto del nostro trinomio ossia "l' egli ignora", sovente rappresentato da chi appunto, ignaro, ha investito magari denaro, in qualcosa che non è originale!..
"Ab uno disce omnis" ossia "da uno capisci come son tutti" diceva Virgilio.
L. Antonelli

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