Io creo, tu copi, egli incolla... |
E' un tema sempre attuale, quello che vede qualcuno sfruttare a proprio vantaggio e vanto, l'opera creata da un altro.
Se negli anni il Web è stato terreno di caccia per piccoli, medi e
grandi plagiatori, andando a ritroso nel tempo, troviamo esempi illustri
come quello di Meucci inventore del telefono, defraudato della sua
invenzione da Bell.
"Plagiarius" dal termine latino, a indicare chi sottraeva servi e bestiame ad altri, il plagio è
un problema che ha afflitto anche il poeta Marziale il quale coniò la
definizione "ladro di libri", in riferimento ad alcuni colleghi che
recitavano versi suoi, spacciandoli per propri. Copiare un buon
progetto e poi svilupparlo però, non è affatto pratica semplice. Che si
tratti di scienza, pittura, musica, tecnologia, letteratura, esiste il
limite della mancanza di originalità, dell'impossibilità del plagiatore
di avere una mente feconda se non nel senso dell'imbroglio. Ad esempio,
molti negli anni hanno realizzato copie più o meno fedeli della
Gioconda, ma nessuno è riuscito mai ad attribuirsi il genio di
Leonardo...
Il trinomio "io creo, tu copi, egli ignora" è molto comune e coinvolge praticamente tutti i creativi, sia nel Web che nei luoghi di lavoro o di ricerca, dove pure prosperano copiatori seriali.
Avviene così una sostanziale spaccatura e ovvia differenziazione tra
chi con entusiasmo, in grado di concepire tematiche innovative le
divulga senza timori, conscio di aver molto altro cui attingere e chi le
copia, con risultati scadenti, scontentando di solito il terzo
concetto del nostro trinomio ossia "l' egli ignora", sovente
rappresentato da chi appunto, ignaro, ha investito magari denaro, in
qualcosa che non è originale!..
"Ab uno disce omnis" ossia "da uno capisci come son tutti" diceva Virgilio. L. Antonelli
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