Colossi di Memnone - Egitto |
“All'alba un canto ancestrale,
magico, si levava nell'aria, ancora
pregna delle fragranze notturne e degli echi delle acque del Nilo. Nei bassi
fondali stavano placidi Ibis, confusi in un guizzar di rane e pesci fra i
papiri. Il sole, di un rosso vivo, si stagliava nel cielo velato appena,
solcato dal volo chiassoso delle oche selvatiche. Più lontano due enormi statue
a guardia di un tempio, fatto edificare dal faraone Amenhotep III . I colossi
detti di Memnone ad immagine e somiglianza del sovrano, guardavano verso il
levar del sole, assisi, immoti, testimoni dello scorrere dei secoli. Uno di loro pur distrutto da un terremoto emetteva
un canto con ciò che restava del suo corpo, richiamando con la trascendente melodia,
i popoli d’intorno: Romani, Greci, che incantati da tale prodigio si rivolgevano
a lui come a un oracolo...”
Questa è l’affascinante storia dei colossi di
Memnone edificati 3400 anni fa nella necropoli di Tebe sulla riva occidentale
del Nilo, di fronte all’odierna Luxor. Un terremoto fu causa nel 27 a.C. della distruzione
di uno dei due, rimasto parzialmente intatto solo nella parte inferiore, fatto
che generò il singolare fenomeno del
“canto” dovuto a una serie di fattori concomitanti, come crepe, infiltrazione del vento e umidità notturna. Dopo il suo restauro voluto
dall’imperatore Settimio Severo nel 199 d.C. il canto cessò. A noi resta comunque la loro suggestiva leggenda.
Laura Antonelli - Copyright -
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