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Ipocrita? Sì ma con garbo... |
Un po' per buona educazione, a volte per evitare di ferire i sentimenti
altrui, o ancora per non fronteggiare verità scomode, possibili
generatrici di conflitti insanabili all'interno di una comunità, spesso
si evita di essere sinceri... Sembrerebbe questo una sorta di
stratagemma sociale atto a garantire la sopravvivenza all'interno di un
determinato ambiente, sia esso familiare che lavorativo, costituente un
fondamento culturale che si basa sull'esporre
ogni volta un determinato grado di verità. Una coesistenza, una sorta
di equilibrio fra verità e falsità all'interno di un gruppo etnico più o
meno ampio, dove se prevalesse la componente falsa si assisterebbe a
un progressivo rifiuto della verità, sino al non riconoscerne altra che
la propria. Possibilità pericolosa quest'ultima, che condurrebbe a uno
svuotamento di valori, all'ignoranza, all'inaridimento creativo con
conseguente impoverimento della vita sociale e culturale. Ma davvero
dicendo a un'amica un po' in carne che è dimagrita anche se non è vero,
si può innescare un tale sfacelo?!! No, per fortuna la cosa non è così
semplice, una falsità innocua come una piccola bugia a fin di bene, non
ha mai causato alcuna catastrofe. Tuttavia, bisogna non abusare di tali
espedienti per non favorire una pseudo - coscienza sociale, che
ostacolerebbe l'adattamento e il completamento dei reali bisogni
socioculturali dell'individuo. Insomma, per farla breve, bisogna essere
moderatamente falsi, regolarsi a seconda delle occasioni, trovando ogni
volta il giusto grado di verità che più si avvicini alla realtà. Compito
non semplice questo, al quale ci si può tuttavia abituare aiutati
dalla gratificante consapevolezza che agire in determinato modo eviterà
un aumento esponenziale della falsità, pratica devastante su cui è basata
l'attuale società.
Laura Antonelli C.