Le donne dell'antica Roma conobbero una crescente emancipazione, tanto che in
epoca imperiale, vennero anche accusate di trascurare i loro doveri di
mogli e madri per dedicarsi a mestieri considerati tradizionalmente
maschili. Le donne romane patrizie ricevevano una buona educazione per
questo vi furono nella storia diverse figure intellettuali al femminile,
delle quali la più nota Cornelia, madre dei Gracchi, lodata per le sue
epistole persino da Cicerone. Esistevano
fra l'altro donne gladiatore o gladiatrici. Le giovani potevano andare
in sposa anche all'età di 12 anni! L'adulterio era considerato un reato
solo se commesso dalla donna, se il pater familias ne esprimeva la
necessità, veniva punito con la pena di morte. Le donne indossavano il
perizoma, una fascia per il seno (strophium, mamillare) o una guaina
(capetium) e una o più tuniche subuculae, intessute con lana o lino ed
in genere prive di maniche. Sopra la subùcula veniva indossato il
sùpparum oppure la stola fermata in vita da una cintura (cingulum). Se
l’abito della donna onesta doveva essere assai discreto lasciando
scoperto solo il viso, non altrettanta sobrietà veniva tributata agli
accessori; col passare degli anni il rango sociale di appartenenza venne
ostentato con gioielli sempre più vistosi. Secondo le leggi augustee,
una donna doveva avere almeno tre figli oppure ogni lascito ereditario
sarebbe finito in mano ai parenti del marito o allo stato. Assolto il
proprio dovere, le donne utilizzavano spesso pozioni contraccettive o
abortive allo scopo di scongiurare altre gravidanze che avrebbero potuto
essere loro fatali.
Nessun commento:
Posta un commento