Nei paesi industrializzati purtroppo molta gente non ha più la
possibilità di fare un sonno decente all'ora giusta. Come noto la
deprivazione di sonno causa incidenti in ogni ambito e se protratta nel
tempo ha effetti negativi sulla mente e sul corpo.
L'assenza di sonno parla da sola. Se si perde una notte di sonno, il giorno dopo ci si sente male, ma con una successiva buona dormita, l'orribile sensazione di estremo affaticamento svanisce. Molto meno ovvi, anche perché poco evidenti e meno percepibili singolarmente, sono invece gli effetti di quando si perde regolarmente sonno, notte dopo notte, settimana dopo settimana.
La deprivazione di sonno cronica così si insinua, con effetti devastanti sull' umore, sulle capacità sociali e mentali, in particolare quella di giudizio, sul pensiero creativo e sulla capacità di risolvere problemi - e può anche intaccare la salute fisica, rendendo più vulnerabili alle malattie. Le persone stanche hanno un alterato stato emotivo, cognitivo e fisico. Sono meno concilianti, più irritabili e tendenzialmente malinconiche. La tristezza influisce in maniera negativa anchre sulla sfera emotiva e sociale, con conseguenze potenzialmente dannose per le relazioni interpersonali. Una persona stanca può essere fisicamente presente ma psicologicamente ed emotivamente assente. Nella sua opera "Le lettere di Berlicche", Clive Staples Lewis immagina un diavolo molto esperto che insegna al nipote ancora alle prime armi come corrompere un giovane essere umano. Il modo migliore, gli consiglia, è la stanchezza... Oltre a rendere scontrosi e di scarsa compagnia, la deprivazione di sonno ottunde le facoltà mentali, in molti modi più o meno sottili. In poche parole, le persone stanche sono incoscienti e temerarie. La deprivazione di sonno danneggia la capacità di svolgere occupazioni che richiedano attenzione, riflessione, discernimento, memoria, abilità sociali o comunicative, praticamente quasi tutta la gamma di quelle possibili. Le persone stanche sembrano anche perdere di vista le conseguenze delle loro azioni, sentendosi così libere di fare cose insensate e talvolta catastrofiche: i disastri di Chernobyl e della Exxon Valdez sono solo due esempi. Anche una modesta perdita di sonno ridurrà sensibilmente le prestazioni mentali.
Cosa succede alle persone che rimangono per un lungo periodo senza dormire completamente? Uno dei primi esperimenti scientifici sulla deprivazione di sonno risale al 1896, ma la prima persona a diventare famosa in tutto il mondo per essersi imposta una lunghissima deprivazione di sonno fu nel 1959 Peter Tripp, un disjockey americano alla cui fama contribuì anche il fatto di aver inventato la classifica dei "Top 40". L'uomo riuscì a restrare sveglio sotto controllo, per oltre otto giorni e otto notti, con un totale di duecentouno ore. Piter Tripp si stancò. A mano a mano che il tempo passava, dopo tre giorni dall'inizio dell'esperimento, Tripp si fece insolente e sgradevole; dal quinto giorno perse via via il contatto con la realtà e cominciò ad avere allucinazioni visive e acustiche. Divenne paranoico al punto di pensare che gli stessero drogando il cibo, scappò per strada e ci mancò poco che finisse sotto una macchina. A tali sintomi psicologici si accompagnavano dei cambiamenti fisici, incluso il continuo abbassamento della temperatura corporea. L'ultima sera gli schemi delle onde cerebrali di Tripp erano virtualmente uguali a quelli di una persona addormentata, anche se in apparenza lui era ancora sveglio. Finito l'esperimento cadde in un sonno che durò 24 ore.
Laura Antonelli C.
L'assenza di sonno parla da sola. Se si perde una notte di sonno, il giorno dopo ci si sente male, ma con una successiva buona dormita, l'orribile sensazione di estremo affaticamento svanisce. Molto meno ovvi, anche perché poco evidenti e meno percepibili singolarmente, sono invece gli effetti di quando si perde regolarmente sonno, notte dopo notte, settimana dopo settimana.
La deprivazione di sonno cronica così si insinua, con effetti devastanti sull' umore, sulle capacità sociali e mentali, in particolare quella di giudizio, sul pensiero creativo e sulla capacità di risolvere problemi - e può anche intaccare la salute fisica, rendendo più vulnerabili alle malattie. Le persone stanche hanno un alterato stato emotivo, cognitivo e fisico. Sono meno concilianti, più irritabili e tendenzialmente malinconiche. La tristezza influisce in maniera negativa anchre sulla sfera emotiva e sociale, con conseguenze potenzialmente dannose per le relazioni interpersonali. Una persona stanca può essere fisicamente presente ma psicologicamente ed emotivamente assente. Nella sua opera "Le lettere di Berlicche", Clive Staples Lewis immagina un diavolo molto esperto che insegna al nipote ancora alle prime armi come corrompere un giovane essere umano. Il modo migliore, gli consiglia, è la stanchezza... Oltre a rendere scontrosi e di scarsa compagnia, la deprivazione di sonno ottunde le facoltà mentali, in molti modi più o meno sottili. In poche parole, le persone stanche sono incoscienti e temerarie. La deprivazione di sonno danneggia la capacità di svolgere occupazioni che richiedano attenzione, riflessione, discernimento, memoria, abilità sociali o comunicative, praticamente quasi tutta la gamma di quelle possibili. Le persone stanche sembrano anche perdere di vista le conseguenze delle loro azioni, sentendosi così libere di fare cose insensate e talvolta catastrofiche: i disastri di Chernobyl e della Exxon Valdez sono solo due esempi. Anche una modesta perdita di sonno ridurrà sensibilmente le prestazioni mentali.
Cosa succede alle persone che rimangono per un lungo periodo senza dormire completamente? Uno dei primi esperimenti scientifici sulla deprivazione di sonno risale al 1896, ma la prima persona a diventare famosa in tutto il mondo per essersi imposta una lunghissima deprivazione di sonno fu nel 1959 Peter Tripp, un disjockey americano alla cui fama contribuì anche il fatto di aver inventato la classifica dei "Top 40". L'uomo riuscì a restrare sveglio sotto controllo, per oltre otto giorni e otto notti, con un totale di duecentouno ore. Piter Tripp si stancò. A mano a mano che il tempo passava, dopo tre giorni dall'inizio dell'esperimento, Tripp si fece insolente e sgradevole; dal quinto giorno perse via via il contatto con la realtà e cominciò ad avere allucinazioni visive e acustiche. Divenne paranoico al punto di pensare che gli stessero drogando il cibo, scappò per strada e ci mancò poco che finisse sotto una macchina. A tali sintomi psicologici si accompagnavano dei cambiamenti fisici, incluso il continuo abbassamento della temperatura corporea. L'ultima sera gli schemi delle onde cerebrali di Tripp erano virtualmente uguali a quelli di una persona addormentata, anche se in apparenza lui era ancora sveglio. Finito l'esperimento cadde in un sonno che durò 24 ore.
Laura Antonelli C.
Nessun commento:
Posta un commento